Buongiorno lettori♡
L'ultima recensione del mese è tutta dedicata a Emanuele Bosso e il suo esordio letterario, "Ricordati di me". Ammetto che sono davvero molto contenta di aver affrontato questa lettura, che mi ha suscitato diverse emozioni, di cui vi parlerò oggi.
Buone letture♡
TITOLO: RICORDATI DI ME
AUTORE: EMANUELE BOSSO
DATA DI PUBBLICAZIONE: 01 LUGLIO 2019
CASA EDITRICE: GM PRESS
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 214
PREZZO: 12,75
TRAMA
A soli trentacinque anni, la vita di Gabriele sembra fermarsi a un bivio. Le sue certezze crollano, i punti di riferimento svaniscono. Sua moglie Silvia lo ha lasciato, è andata via senza dare spiegazioni, anche se il motivo della fine del loro matrimonio è chiaro: Silvia vuole qualcosa che Gabriele non può darle. Ma la vita è imprevedibile, e spesso mette sul nostro cammino occasioni preziose: è così che Gabriele, nella solitudine di cui si è circondato, incontra Leonardo, un bambino dalla vita complicata, che non ha mai conosciuto suo padre e che non sa cosa sia il calore di una famiglia unita. Gabriele e Leonardo non potrebbero essere più diversi, eppure nonostante tutto, c'è qualcosa a legarli: Gabriele non sa che Leonardo può dargli quello che non può avere: la possibilità di essere padre. E Leonardo, che un padre non l'ha mai avuto, non sa che può trovarlo lì, in quell'uomo che non può diventarlo. Un romanzo che racconta la forza di un desiderio, la potenza dell'amore incondizionato che non teme ostacoli, che supera ogni barriera. Proprio come quello che esiste tra un padre e un figlio.
RECENSIONE - COMMENTO
Prima di iniziare la lettura di "Ricordati di me" avevo promesso a Emanuele che ogni tanto gli avrei scritto e, in effetti, ad ogni capitolo mi dicevo di farlo, ma alla fine la curiosità ha preso il sopravvento e l'una di notte è presto fatta.
Mi sono trovata all'interno di una storia nata dalla penna di un autore esordiente a soli ventitré anni e ne ho trovato del potenziale e delle ottime capacità.
Siamo a Rocca San Felice, un piccolo borgo storico di quelli che rimangono intoccati dall'evoluzione. Qui è possibile vedere i bambini ritrovarsi in piazza e giocare insieme al campetto da calcio; i grandi tutti al bar insieme al parroco per un caffè. Sono questi i posti che mi piace trovare nei libri, poiché credo che facciano risaltare tutta l'unione di una comunità solida, dove tutti si conoscono e vivono in armonia.
In maniera del tutto inaspettata, il mio personaggio del cuore è Leonardo, un bimbo di dieci anni protagonista del romanzo. Non è semplice trattare i bambini da protagonisti, anzi l'errore è sempre dietro l'angolo, ma Emanuele ha saputo trasmettere il vero "potere" dei più piccoli. Si dice che loro siano la bocca della verità, ma è anche vero che i loro occhi scorgono la più piccola sfumatura di ogni volto, colgono al volo ogni malinconia, e una loro carezza o abbraccio è in grado di infondere conforto nel corpo di chi lo riceve. D'altronde si sa che gli abbracci sono terapeutici, ma quelli dei bambini sono i più potenti. Lavorando da quasi due anni con bimbi di diverse età, ho scoperto in Leo un ragazzino dal cuore grande, bisognoso di tanto affetto e che, forse, solo quello della madre non basta a riempirlo. Delia è una ragazza semplice, abbandonata dal marito, ha cresciuto Leo da sola e nel miglior modo possibile, ma la mancanza di una figura paterna si fa sentire, soprattutto ora che sta crescendo.
Figura maschile che lui trova in Gabriele, il secondo protagonista del libro. Trasferitosi nella vecchia casa di famiglia da Napoli, incontra ben presto gli occhi di questo bambino speciale, che un po' gli danno il benvenuto nel paese.
Si crea così una narrazione alternata tra passato e presente. La prima permette di scoprire la vita di Gabriele, dall'incontro con Silvia al matrimonio, fino ad arrivare al buio e il tutto in prima persona, per infondere un senso molto personale. La seconda, invece, è in terza persona e spazia proprio tra lui e il bambino, per focalizzare l'attenzione su due generazioni differenti, due mondi diversi che entrano in contatto, facendo nascere ricordi da custodire nel cuore.
Titolo e copertina più che azzeccati: c'è tenerezza e complicità, ma anche semplicità e unione. Un finale che arriva nel momento più corretto possibile, dopo che un cerchio è stato chiuso e nuovi orizzonti si delineano nella vita di almeno tre persone.
VALUTAZIONE: ★★★★
Mi sono trovata all'interno di una storia nata dalla penna di un autore esordiente a soli ventitré anni e ne ho trovato del potenziale e delle ottime capacità.
Siamo a Rocca San Felice, un piccolo borgo storico di quelli che rimangono intoccati dall'evoluzione. Qui è possibile vedere i bambini ritrovarsi in piazza e giocare insieme al campetto da calcio; i grandi tutti al bar insieme al parroco per un caffè. Sono questi i posti che mi piace trovare nei libri, poiché credo che facciano risaltare tutta l'unione di una comunità solida, dove tutti si conoscono e vivono in armonia.
In maniera del tutto inaspettata, il mio personaggio del cuore è Leonardo, un bimbo di dieci anni protagonista del romanzo. Non è semplice trattare i bambini da protagonisti, anzi l'errore è sempre dietro l'angolo, ma Emanuele ha saputo trasmettere il vero "potere" dei più piccoli. Si dice che loro siano la bocca della verità, ma è anche vero che i loro occhi scorgono la più piccola sfumatura di ogni volto, colgono al volo ogni malinconia, e una loro carezza o abbraccio è in grado di infondere conforto nel corpo di chi lo riceve. D'altronde si sa che gli abbracci sono terapeutici, ma quelli dei bambini sono i più potenti. Lavorando da quasi due anni con bimbi di diverse età, ho scoperto in Leo un ragazzino dal cuore grande, bisognoso di tanto affetto e che, forse, solo quello della madre non basta a riempirlo. Delia è una ragazza semplice, abbandonata dal marito, ha cresciuto Leo da sola e nel miglior modo possibile, ma la mancanza di una figura paterna si fa sentire, soprattutto ora che sta crescendo.
Figura maschile che lui trova in Gabriele, il secondo protagonista del libro. Trasferitosi nella vecchia casa di famiglia da Napoli, incontra ben presto gli occhi di questo bambino speciale, che un po' gli danno il benvenuto nel paese.
Si crea così una narrazione alternata tra passato e presente. La prima permette di scoprire la vita di Gabriele, dall'incontro con Silvia al matrimonio, fino ad arrivare al buio e il tutto in prima persona, per infondere un senso molto personale. La seconda, invece, è in terza persona e spazia proprio tra lui e il bambino, per focalizzare l'attenzione su due generazioni differenti, due mondi diversi che entrano in contatto, facendo nascere ricordi da custodire nel cuore.
Titolo e copertina più che azzeccati: c'è tenerezza e complicità, ma anche semplicità e unione. Un finale che arriva nel momento più corretto possibile, dopo che un cerchio è stato chiuso e nuovi orizzonti si delineano nella vita di almeno tre persone.
VALUTAZIONE: ★★★★
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