Buongiorno lettori♥
Grazie a Marco Marsullo ho avuto il piacere di leggere il suo nuovo romanzo, "L'anno in cui imparai a leggere", edito Einaudi, che ringrazio, insieme all'autore, per l'invio della copia.
Un romanzo famigliare, bizzarro e divertente, ma anche riflessivo ed emozionante è quello che mi ha tenuto compagnia la scorsa settimana. Vi ricordo che questa è stata anche la lettura di Gennaio per il gdl "Un libro al mese con Ale&Deb". Tutte le mie impressioni nell'articolo di seguito.
Buone letture♥
TITOLO: L'ANNO IN CUI IMPARAI A LEGGERE
AUTORE: MARCO MARSULLO
DATA DI PUBBLICAZIONE: 22 OTTOBRE 2019
CASA EDITRICE: EINAUDI
COLLANA: EINAUDI STILE LIBERO BIG
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 200
PREZZO: 15.30/EBOOK 9.99
TRAMA
Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Così quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo figlio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto. Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fingersi d'improvviso morti e primi batticuori. In più, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall'Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre "ragazzi" abbandonati imparano ad appoggiarsi l'uno all'altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.
RECENSIONE - COMMENTO
Quando Marco mi ha contattata dandomi la possibilità di leggere il suo nuovo romanzo, ero molto felice: perché era già in cima alla mia personale wishlist e ne avevo sentito parlare benissimo da persone di cui mi fido molto quando si tratta di libri.
"L'anno in cui imparai a leggere" è la storia di una famiglia allargata e un po' bizzarra, che nasce per caso e cresce per necessità. Il tutto inizia con l'incontro tra Niccolò e Simona, due giovani ragazzi che vengono travolti da un amore potente che, in pochi mesi, li unisce come se si conoscessero da anni.
Ma tra loro due c'è una terza persona, Lorenzo, il figlio di quattro anni di Simona, avuto in giovane età. Proprio il piccolo Lorenzo è il personaggio che più mi è entrato nel cuore, semplicemente perché Marco lo ha descritto come un bambino vero, senza artifici o volendo renderlo perfetto. Dal momento che i bambini della sua età non sono statuine o robottini, ma sono vivaci, svegli, fanno i capricci e quando si impuntano picchiano i piedi per terra e incrociano le braccia per ottenere ciò che vogliono. Ma sono anche gli unici che fiutano una bugia a chilometri di distanza, che capiscono se sei triste o felice solo con uno sguardo, che ti svoltano una brutta giornata con un sorriso o un piccolo regalo, che per loro può essere l'aver imparato a scrivere il proprio nome e imbrattando fogli su fogli.
Questo è Lorenzo, un bimbo con tutte queste caratteristiche, che sa essere testardo, dare del filo da torcere a Niccolò, ma che è anche dolce e bisognoso di tanto affetto e amore. Sentimenti che si trova a dover cercare in una sorta di estraneo. Sì perché, dopo poche pagine dall'inizio Simona si trasforma in una sorta di ombra che aleggia intorno alla storia, ma la sua presenza diventa effimera. Presa la decisione di inseguire il suo sogno da attrice, mette da parte il suo ruolo da genitore, affidando il figlio a Niccolò e facendo nascere un nucleo famigliare dalla precaria stabilità. Non ho accettato le sue scelte, ho apprezzato il suo voler inseguire un sogno e trovarne il coraggio sapendo bene cosa si sarebbe persa, ma non posso giustificarla del tutto.
Al contrario un personaggio che ho apprezzato, dopo Lorenzo, è lo stesso Niccolò, che racconta la storia dopo mesi da quando il tutto accade, e porta al lettore la sua esperienza e la sua crescita personale.
Venticinque anni e una carriera da scrittore già un crisi dopo un solo libro pubblicato, non ha idea di come si cresca un bambino, ma ben presto dovrà destreggiarsi tra amichetti dell'asilo, pigiama party improvvisati e numerose richieste che sfociano in capricci se non soddisfatte. Un ragazzo che si trova padre, non per scelta e mai accettato in pieno, e che ne acquisisce tutti i sentimenti che il ruolo impone: imparando l'amore che un piccolo cuore richiede e dona, illuminando le sue giornate con una nuova, a volte rigida, routine e crescendo insieme a Lorenzo. Ma c'è un terzo "incomodo" in questa famiglia improvvisata, ovvero Andrés, il padre biologico del piccolo che arriva a Napoli nella speranza di incontrare Simona e conoscere Lorenzo. Un personaggio che, inizialmente, non mi ha entusiasmata, poiché lo ritenevo come un'aggiunta non richiesta e portatore di ulteriore scompiglio. Pagina dopo pagina, al contrario, ho compreso che il suo modo di fare e di essere è puro e genuino e il suo unico scopo è il bene del figlio che non aveva ancora conosciuto.
Un romanzo famigliare, intenso ed emozionante, condito da scenette comiche, momenti cruciali nella crescita di Lorenzo, decisioni difficili e sofferte da parte di Niccolò, ma inevitabili per se stesso e quel piccolo diavoletto che ha rubato un pezzo del suo cuore. Una narrazione fluida e coinvolgente, una scrittura delicata, limpida e che arriva al lettore, lasciandogli una scia di sensazioni difficili da abbandonare, donandogli un po' di ottimismo e umorismo, di sogni inseguiti, di famiglie che si ritrovano e di altre che si perdono, mettendo sempre al primo posto il vero amore, puro e semplice come lo è quello dei bambini.
VALUTAZIONE: ★★★★☆
"L'anno in cui imparai a leggere" è la storia di una famiglia allargata e un po' bizzarra, che nasce per caso e cresce per necessità. Il tutto inizia con l'incontro tra Niccolò e Simona, due giovani ragazzi che vengono travolti da un amore potente che, in pochi mesi, li unisce come se si conoscessero da anni.
Ma tra loro due c'è una terza persona, Lorenzo, il figlio di quattro anni di Simona, avuto in giovane età. Proprio il piccolo Lorenzo è il personaggio che più mi è entrato nel cuore, semplicemente perché Marco lo ha descritto come un bambino vero, senza artifici o volendo renderlo perfetto. Dal momento che i bambini della sua età non sono statuine o robottini, ma sono vivaci, svegli, fanno i capricci e quando si impuntano picchiano i piedi per terra e incrociano le braccia per ottenere ciò che vogliono. Ma sono anche gli unici che fiutano una bugia a chilometri di distanza, che capiscono se sei triste o felice solo con uno sguardo, che ti svoltano una brutta giornata con un sorriso o un piccolo regalo, che per loro può essere l'aver imparato a scrivere il proprio nome e imbrattando fogli su fogli.
Questo è Lorenzo, un bimbo con tutte queste caratteristiche, che sa essere testardo, dare del filo da torcere a Niccolò, ma che è anche dolce e bisognoso di tanto affetto e amore. Sentimenti che si trova a dover cercare in una sorta di estraneo. Sì perché, dopo poche pagine dall'inizio Simona si trasforma in una sorta di ombra che aleggia intorno alla storia, ma la sua presenza diventa effimera. Presa la decisione di inseguire il suo sogno da attrice, mette da parte il suo ruolo da genitore, affidando il figlio a Niccolò e facendo nascere un nucleo famigliare dalla precaria stabilità. Non ho accettato le sue scelte, ho apprezzato il suo voler inseguire un sogno e trovarne il coraggio sapendo bene cosa si sarebbe persa, ma non posso giustificarla del tutto.
Al contrario un personaggio che ho apprezzato, dopo Lorenzo, è lo stesso Niccolò, che racconta la storia dopo mesi da quando il tutto accade, e porta al lettore la sua esperienza e la sua crescita personale.
Venticinque anni e una carriera da scrittore già un crisi dopo un solo libro pubblicato, non ha idea di come si cresca un bambino, ma ben presto dovrà destreggiarsi tra amichetti dell'asilo, pigiama party improvvisati e numerose richieste che sfociano in capricci se non soddisfatte. Un ragazzo che si trova padre, non per scelta e mai accettato in pieno, e che ne acquisisce tutti i sentimenti che il ruolo impone: imparando l'amore che un piccolo cuore richiede e dona, illuminando le sue giornate con una nuova, a volte rigida, routine e crescendo insieme a Lorenzo. Ma c'è un terzo "incomodo" in questa famiglia improvvisata, ovvero Andrés, il padre biologico del piccolo che arriva a Napoli nella speranza di incontrare Simona e conoscere Lorenzo. Un personaggio che, inizialmente, non mi ha entusiasmata, poiché lo ritenevo come un'aggiunta non richiesta e portatore di ulteriore scompiglio. Pagina dopo pagina, al contrario, ho compreso che il suo modo di fare e di essere è puro e genuino e il suo unico scopo è il bene del figlio che non aveva ancora conosciuto.
Un romanzo famigliare, intenso ed emozionante, condito da scenette comiche, momenti cruciali nella crescita di Lorenzo, decisioni difficili e sofferte da parte di Niccolò, ma inevitabili per se stesso e quel piccolo diavoletto che ha rubato un pezzo del suo cuore. Una narrazione fluida e coinvolgente, una scrittura delicata, limpida e che arriva al lettore, lasciandogli una scia di sensazioni difficili da abbandonare, donandogli un po' di ottimismo e umorismo, di sogni inseguiti, di famiglie che si ritrovano e di altre che si perdono, mettendo sempre al primo posto il vero amore, puro e semplice come lo è quello dei bambini.
VALUTAZIONE: ★★★★☆
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