Buongiorno lettori♡
Dopo dodici giorni di lettura condivisa, oggi vi parlo di "La parola magica", esordio di Anna Siccardi edito NN Editore, che ringrazio per la copia del libro inviata. Sette personaggi per dodici storie di vite intrecciate, problemi quotidiani e angoli di rifugio. Tutte le mie impressioni nell'articolo che segue.
Buone letture♡
TITOLO: LA PAROLA MAGICA
AUTORE: ANNA SICCARDI
DATA DI PUBBLICAZIONE: 27 FEBBRAIO 2020
CASA EDITRICE: NN EDITORE
COLLANA: LA STAGIONE
GENERE: RACCONTI
PAGINE: 184
PREZZO: 13.60/EBOOK 6.99
TRAMA
In una Milano attuale e senza tempo sette personaggi attraversano le dodici storie di questo libro, affacciandosi ognuno alla vita dell'altro di corsa o in punta di piedi. Il passato li ha traditi in maniera sbadata e casuale, e ora tentano di riparare il giocattolo rotto che è la loro esistenza. I demoni con cui fanno i conti sono alcol, serie tv, droghe, relazioni sbagliate e illusioni. Dipendenze che sono diventate malattia e cura insieme, bolle in cui il tempo si ferma, li consola e li inganna. Come capita a Leo, che si risveglia dopo una nottata alcolica e scopre di dovere dei soldi a un malavitoso giapponese; ad Anna e Chiara, che non possono fare a meno di prendersi cura di un padre assente finito in carcere; e a Irene, che cerca nell'ultima seduta dalla psicologa la soluzione alla sua incapacità di amare. Ispirato ai Dodici Passi degli Alcolisti Anonimi, "La parola magica" intreccia storie di uomini e donne che si inseguono e si perdono come i personaggi di America oggi. Con un tocco ironico e surreale, Anna Siccardi mette le relazioni sotto la lente dei desideri e delle passioni, e mostra come la felicità si nasconda nel saper accettare e perdonare le cose della vita, lasciandole finalmente andare.
RECENSIONE - COMMENTO
La prima cosa che mi ha attratto di questo libro è stata la copertina, il colore di sfondo scelto e l'immagine all'interno della sigla editoriale. Una donna sott'acqua, così come lo sono le vite dei protagonisti che incontriamo. Sette i personaggi principali che si intrecciano pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, riportando a galla i "mostri" che li stanno affondando.
Una narrazione fluida, a tratti particolare, che richiede qualche attimo in più per essere compresa e fatta propria, in particolare quando si analizza il personaggio di Irene. Una donna che convive con la sua dipendenza dall'alcol e da una relazione che sta volgendo al capolinea con il marito Riccardo. Due persone sempre più distanti, allontanate da tradimenti e vortici che risucchiano i sentimenti, l'animo umano e non lasciano scampo.
Vite al limite, ridotte al lumicino dalle dipendenze, dalle paure e dalle insicurezze, quelle più maligne, che distruggono fino al midollo.
Così conosciamo Leo, che dopo una notte di follie a Tokyo si trova in debito con un malavitoso, che cerca soldi che lui non possiede, volendoli a qualunque costo. E allora Leo si salva grazie a un fortissimo terremoto, che scombina le carte in tavola, cambia le priorità personali, ma non attenua la voglia di sentirsi liberi e potenti.
Ma liberi da chi, o da cosa in particolare? Può una dipendenza farti sentire onnipotente? La risposta credo sia affermativa, poiché in quei momenti non senti nulla, non c'è gioia o dolore, non c'è preoccupazione o paura che prenda il sopravvento; ci sei solo te, con il mondo intorno che continua la sua rotazione senza considerarti, lasciandoti lì da solo, nella tua bolla, che al momento sembra perfetta, finché non scoppia.
Ed è nel momento in cui vedi tutto andare a rotoli, le persone che poco alla volta ti abbandonano, il lavoro che cambia di continuo senza più darti soddisfazioni, allora comprendi che ti stai alienando, che vivi in funzione della tua dipendenza.
Anna grazie ai suoi personaggi porta alla luce, senza freni, le difficoltà quotidiane, i tantissimi tunnel che inglobano le persone fragili, mostrando nuove possibilità o vie di uscita, che invece di rendere liberi, rende schiavi.
Allora con la sua scrittura leggera, a volte ironica, altra intrisa di tristezza, l'autrice intreccia destini, vite e persone: chi si conosce da anni e prova a ritrovarsi e chi si passa di fianco per pochi secondi senza nulla di più.
Un consiglio di lettura che si può affrontare d'un fiato o un racconto al giorno, esattamente come ho fatto io, per immergersi nella quotidianità, vedere le persone con occhi diversi, ma non per giudicarle, quanto piuttosto per comprendere come la vita possa essere subdola appena fiuta debolezze, come la felicità possa essere un miraggio finché non si comprende cosa realmente la causi, accettando rifiuti e allontanamenti. Un punto che non è per forza una fine, quanto una svolta. Un nuovo inizio.
VALUTAZIONE: ★★★★☆
Una narrazione fluida, a tratti particolare, che richiede qualche attimo in più per essere compresa e fatta propria, in particolare quando si analizza il personaggio di Irene. Una donna che convive con la sua dipendenza dall'alcol e da una relazione che sta volgendo al capolinea con il marito Riccardo. Due persone sempre più distanti, allontanate da tradimenti e vortici che risucchiano i sentimenti, l'animo umano e non lasciano scampo.
Vite al limite, ridotte al lumicino dalle dipendenze, dalle paure e dalle insicurezze, quelle più maligne, che distruggono fino al midollo.
Così conosciamo Leo, che dopo una notte di follie a Tokyo si trova in debito con un malavitoso, che cerca soldi che lui non possiede, volendoli a qualunque costo. E allora Leo si salva grazie a un fortissimo terremoto, che scombina le carte in tavola, cambia le priorità personali, ma non attenua la voglia di sentirsi liberi e potenti.
Ma liberi da chi, o da cosa in particolare? Può una dipendenza farti sentire onnipotente? La risposta credo sia affermativa, poiché in quei momenti non senti nulla, non c'è gioia o dolore, non c'è preoccupazione o paura che prenda il sopravvento; ci sei solo te, con il mondo intorno che continua la sua rotazione senza considerarti, lasciandoti lì da solo, nella tua bolla, che al momento sembra perfetta, finché non scoppia.
Ed è nel momento in cui vedi tutto andare a rotoli, le persone che poco alla volta ti abbandonano, il lavoro che cambia di continuo senza più darti soddisfazioni, allora comprendi che ti stai alienando, che vivi in funzione della tua dipendenza.
Anna grazie ai suoi personaggi porta alla luce, senza freni, le difficoltà quotidiane, i tantissimi tunnel che inglobano le persone fragili, mostrando nuove possibilità o vie di uscita, che invece di rendere liberi, rende schiavi.
Allora con la sua scrittura leggera, a volte ironica, altra intrisa di tristezza, l'autrice intreccia destini, vite e persone: chi si conosce da anni e prova a ritrovarsi e chi si passa di fianco per pochi secondi senza nulla di più.
Un consiglio di lettura che si può affrontare d'un fiato o un racconto al giorno, esattamente come ho fatto io, per immergersi nella quotidianità, vedere le persone con occhi diversi, ma non per giudicarle, quanto piuttosto per comprendere come la vita possa essere subdola appena fiuta debolezze, come la felicità possa essere un miraggio finché non si comprende cosa realmente la causi, accettando rifiuti e allontanamenti. Un punto che non è per forza una fine, quanto una svolta. Un nuovo inizio.
VALUTAZIONE: ★★★★☆
Sembrano personaggi difficili ognuno con la propria storia da raccontare! :)
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