Buongiorno lettori♡
Oggi vi parlo del libro letto a Maggio insieme al gruppo di lettura #ioleggoeinaudi, ovvero "I miei genitori non hanno figli" di Marco Marsullo edito, per l'appunto, Einaudi. Una storia particolare per un libro breve, che si legge in un pomeriggio e che mi ha fatto apprezzare ancora di più questo autore già conosciuto nei mesi scorsi. Come sempre, nell'articolo di oggi, troverete ad attendervi tutte le mie impressioni.
Buone letture♡
TITOLO: I MIEI GENITORI NON HANNO FIGLI
AUTORE: MARCO MARSULLO
DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 SETTEMBRE 2015
CASA EDITRICE: EINAUDI
COLLANA: STILE LIBERO BIG
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 138
PREZZO: 15.68/EBOOK 8.99
TRAMA
"Ci sono figli di colleghi di mia mamma più bravi di me in qualsiasi cosa, più educati, meglio pettinati, meglio vestiti, più svegli, affettuosi. Ci sono figli di colleghi di mia mamma che, forse, sono anche più figli di mia mamma rispetto a me". Un diciottenne prende la parola e fa a pezzi il mondo degli adulti, e i propri genitori, smascherando la fragilità di una generazione che non è mai davvero cresciuta. Del resto i genitori sono uguali ai bambini, bisogna prenderli come vengono.
Ho conosciuto la scrittura di Marsullo a inizio anno, grazie al suo nuovo romanzo, "L'anno in cui imparai a leggere", ancora tra i libri più belli letti in questi cinque mesi. Una storia che era riuscita a commuovermi nella sua semplicità e nel suo essere un libro breve, era stato in grado di analizzare le sfaccettature dell'essere una famiglia.
Con questa nuova lettura posso dire di aver affrontato i due lati della medaglia chiamata famiglia. Se lì veniva raccontata la storia di un uomo che diventa genitore per caso e assiste alla ricongiunzione e alla giusta nascita di una famiglia; qui troviamo due genitori separati che sembrano non aver alcun collante, nonostante un figlio in comune.
Figlio che è protagonista e voce narrante, che con ironia e semplicità sminuzza e analizza il complesso mondo genitoriale. La difficoltà degli adulti di comportarsi da tali, come le loro scelte, molte volte, li renda "ridicoli" agli occhi dei figli e di come il loro agire sembri sempre una piccola vendetta.
Se c'è una cosa che mi ha stupito è che non vengono fatti nomi; a un certo punto ho dovuto sfogliare le pagine all'indietro per essere certa di non aver perso alcuna presentazione. E infatti il narratore è un semplice ragazzo di diciotto anni e così, a mio avviso, è come se l'autore parlasse in maniera diretta al suo interlocutore, utilizzando le parole per raccontare la sua storia. Scelta che ho apprezzato al suo termine, sapendo che la storia in parte è auto biografica e mi ha dato un piacevole senso intimo, un racconto personale.
Una lettura che si affronta in poche ore, si parla di un romanzo di poco più che cento pagine, ma che ti spinge a continuarla sempre con il sorriso sulle labbra, alcune scene sono molto comiche, tenendo sempre a mente come, grazie a una scrittura sottile e fine, l'autore voglia mettere in luce le difficoltà comunicative che troppo spesso si incontrano nel rapporto genitori-figli. Come voler sempre e solo l'assoluta perfezione, anziché avvicinare, allontani le persone.
Una madre e un padre che si sono persi, troppo presi da loro stessi, dal lavoro e dalla carriera, soprattutto lei, per capire a fondo il figlio; che proiettano su di lui speranze e forse, un po' rivedono la loro giovane libertà celata dalla dedizione agli studi.
Una storia che fa riflettere senza essere pedante, che vuole essere anche di aiuto a chi vive situazioni simili al protagonista e che giunge a una scena molto bella tra lui e la madre, un momento tutto loro, che non vi racconto, ma che racchiude tutto l'amore che un genitore avrà per sempre verso il proprio figlio.
Evocativo anche il titolo, che riuscirete a percepire al meglio addentrandovi tra le pagine e le parole di Marsullo: una contraddizione direte voi, a prima vista, una profonda rivelazione a fine lettura.
Dopo questi due libri sono davvero curiosa di continuare a recuperare i suoi precedenti romanzi e aspettare una nuova chicca.
VALUTAZIONE: ★★★★
RECENSIONE - COMMENTO
Ho conosciuto la scrittura di Marsullo a inizio anno, grazie al suo nuovo romanzo, "L'anno in cui imparai a leggere", ancora tra i libri più belli letti in questi cinque mesi. Una storia che era riuscita a commuovermi nella sua semplicità e nel suo essere un libro breve, era stato in grado di analizzare le sfaccettature dell'essere una famiglia.
Con questa nuova lettura posso dire di aver affrontato i due lati della medaglia chiamata famiglia. Se lì veniva raccontata la storia di un uomo che diventa genitore per caso e assiste alla ricongiunzione e alla giusta nascita di una famiglia; qui troviamo due genitori separati che sembrano non aver alcun collante, nonostante un figlio in comune.
Figlio che è protagonista e voce narrante, che con ironia e semplicità sminuzza e analizza il complesso mondo genitoriale. La difficoltà degli adulti di comportarsi da tali, come le loro scelte, molte volte, li renda "ridicoli" agli occhi dei figli e di come il loro agire sembri sempre una piccola vendetta.
Se c'è una cosa che mi ha stupito è che non vengono fatti nomi; a un certo punto ho dovuto sfogliare le pagine all'indietro per essere certa di non aver perso alcuna presentazione. E infatti il narratore è un semplice ragazzo di diciotto anni e così, a mio avviso, è come se l'autore parlasse in maniera diretta al suo interlocutore, utilizzando le parole per raccontare la sua storia. Scelta che ho apprezzato al suo termine, sapendo che la storia in parte è auto biografica e mi ha dato un piacevole senso intimo, un racconto personale.
Una lettura che si affronta in poche ore, si parla di un romanzo di poco più che cento pagine, ma che ti spinge a continuarla sempre con il sorriso sulle labbra, alcune scene sono molto comiche, tenendo sempre a mente come, grazie a una scrittura sottile e fine, l'autore voglia mettere in luce le difficoltà comunicative che troppo spesso si incontrano nel rapporto genitori-figli. Come voler sempre e solo l'assoluta perfezione, anziché avvicinare, allontani le persone.
Una madre e un padre che si sono persi, troppo presi da loro stessi, dal lavoro e dalla carriera, soprattutto lei, per capire a fondo il figlio; che proiettano su di lui speranze e forse, un po' rivedono la loro giovane libertà celata dalla dedizione agli studi.
Una storia che fa riflettere senza essere pedante, che vuole essere anche di aiuto a chi vive situazioni simili al protagonista e che giunge a una scena molto bella tra lui e la madre, un momento tutto loro, che non vi racconto, ma che racchiude tutto l'amore che un genitore avrà per sempre verso il proprio figlio.
Evocativo anche il titolo, che riuscirete a percepire al meglio addentrandovi tra le pagine e le parole di Marsullo: una contraddizione direte voi, a prima vista, una profonda rivelazione a fine lettura.
Dopo questi due libri sono davvero curiosa di continuare a recuperare i suoi precedenti romanzi e aspettare una nuova chicca.
VALUTAZIONE: ★★★★
Commenti
Posta un commento