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Ogni giorno è un buon giorno - recensione

Buongiorno lettori❤
Penultima recensione della settimana, prima delle consuete ferie estive anche per il blog, per parlarvi della lettura di Luglio nel gruppo di lettura #ioleggoeinaudi. Abbiamo affrontato un libro che avevo in wishlist dalla sua pubblicazione e sono davvero felice di averne avuto occasione per recuperarlo. Il titolo in questione è "Ogni giorno è un buon giorno. Quindici gioie che il tè mi ha insegnato" di Morishita Noriko edito EinaudiNell'articolo di seguito, al consueto, le mie impressioni al suo termine.
Buone letture❤


TITOLO: OGNI GIORNO E' UN BUON GIORNO. QUINDICI GIOIE CHE IL TE' MI HA INSEGNATO
AUTORE: MORISHITA NORIKO
DATA DI PUBBLICAZIONE: 28 GENNAIO 2020
CASA EDITRICE: EINAUDI
COLLANA: FRONTIERE EINAUDI
GENERE: SAGGIO
PAGINE: 231
PREZZO: 15.20/EBOOK 8.99


TRAMA

La cerimonia del tè è uno dei riti tradizionali più affascinanti del Giappone. I monaci buddisti del sedicesimo secolo hanno codificato ogni passaggio di questo rituale che, attraverso i gesti più semplici, chiama i partecipanti a concentrarsi sulla profonda ricerca di se stessi. Con quella sua ritualità che immutata attraversa i secoli, la cerimonia del tè sembra qualcosa di molto lontano dalla vita di tutti i giorni. Lo sembrava anche a Morishita Noriko quando, studentessa svogliata e indecisa sulla strada da intraprendere, su consiglio della madre prese a frequentare un corso sulla cerimonia del tè. Non sa che quelle prime lezioni sono l'inizio di un viaggio che durerà tutta la vita. I momenti dedicati alla cerimonia del tè, ai suoi riti, alla meditazione che impone e, contemporaneamente, dischiude diventano momenti per trovare un senso alle prove che la vita mette davanti a Noriko: un matrimonio annullato poche settimane prima della cerimonia, il tentativo di conciliare il lavoro con il privato, un trasferimento oltreoceano...il caos della vita si riconcilia nel tempo concentrato di una tazza di tè.

RECENSIONE - COMMENTO

Chi mi segue da tempo conosce la mia passione per gli autori asiatici, giapponesi in particolar modo. Non ribadisco come è nata, ma se spulciate le recensioni passate scoprirete i fautori di tanto amore.
Quando nel gruppo di lettura ci è stato chiesto di suggerire dei titoli tra le nuove proposte del 2020 dell'editore Einaudi, non ho avuto dubbi, dal momento che avevo in wishlist questo libro dalla prima volta che lo avevo visto nel lontano gennaio. Con tutta gioia è stato il prescelto dai lettori e mi sono buttata a capofitto tra queste pagine. Ammetto che inizialmente avevo assoluta convinzione di trovarmi davanti a un romanzo, un po' fuorviata dalla trama, mentre parlandone con la libraia che me lo ha venduto, ho compreso che si tratta di un saggio. A parte ciò la mia curiosità non è diminuita, anzi se possibile si è duplicata.
Sono da sempre un'amante del , che per tanti anni ho preferito al caffè nelle mie colazioni o nei pomeriggi invernali, perciò poter scoprire qualcosa di più dettagliato su questa bevanda e sulla cerimonia antichissima che in Giappone viene portata avanti da millenni, mi ha aperto gli occhi su un mondo davvero lontano dal nostro.
Con la libraia di cui vi parlavo, ho scambiato anche quattro chiacchiere sugli autori asiatici e sulla filosofia che è il loro stile di vita, pacato, zen e ricco di usi e costumi. Tradizioni lontanissime dalla nostra società, più consona alle cose "pratiche e veloci". Sono convinta che avere usi da tramandare di generazione in generazione sia un vanto per una società, anche ultra moderna come lo è quella nipponica.
La lettura di questo saggio non è adatta a chiunque; si può definire quasi di nicchia, rivolta a chi ha qualche base sulle tradizioni e gli stili di vita e a chi ha già avuto a che fare con autori di questa nazionalità.
Infatti, come vi ho più volte raccontato, lo stile narrativo è molto lento, ma è una lentezza pacata, non perché la storia sia noiosa, quanto per loro prerogativa nell'allontanare il lettore dal caos e dalla fretta.
Questo dettaglio in particolare ha dato vita a un interessante scambio di opinioni nel gruppo di lettura, tra chi non lo ha amato e non ha colto insegnamenti dalla storia e chi, come la sottoscritta, lo ha promosso in toto.
La mia promozione deriva dalla conoscenza e dai motivi dietro la narrazione, dall'interesse che ho trovato nella descrizione della cerimonia da parte dell'autrice-protagonista, resa nel minimo dettaglio, con tutte le relative spiegazioni di attrezzi e utensili per ogni stagione dell'anno, dalla sanata curiosità nel conoscere e poter quasi vivere questo rituale, che sebbene sembri sempre identico, in realtà muta in continuazione.
Il libro è impreziosito da alcune foto che mostrano momenti o utensili utilizzati, tutti finemente e riccamente decorati a richiamo di stagioni e oroscopi, pezzi unici prodotti a mano da mastri specializzati.
Unica pecca, che un po' disturba la lettura, ma che ho trovato in tutte le traduzione asiatiche, perciò anche in altre edizioni, è la presenza del glossario solo al termine del libro. Sono presenti note a piè pagina quando c'è da presentare un nome storico accennato o dare ulteriori riferimenti, quindi a mio gusto preferirei che anche le traduzioni siano presenti nelle stesse pagine.
Vero che molte parole si ripetono, quindi dopo averne letto il significato un paio di volte se ne ricorda, però possono capitare anche tre-quattro termini da ricercare nello stesso paragrafo e la lettura si spezza in continuazione.
Collegato a questa antichissima arte, c'è anche un discorso filosofico sulla vita e i suoi momenti, sulla ricerca delle risposte e sul perché di tanti avvenimenti.
La stessa Noriko dovrà affrontare dubbi e difficoltà, ma proprio questa "arte del tè" sarà per lei vera fonte di sostegno morale, che riuscirà ad apprezzare solo raggiungendo la piena maturità e coscienza di se.
Consiglio pertanto questo libro a chi ha dimestichezza con l'ambiente, la scrittura e le filosofie di vita asiatiche.
Al contrario per chi cerca un primo approccio a questo stile consiglio autori come Banana Yoshimoto, Murakami e Nashiki.

VALUTAZIONE: ★★★★

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