Buongiorno lettori❤
Oggi vi parlo della lettura di Maggio per #sfogliandolinfanzia. Questo mese era dedicato al '900 e noi ci siamo trasferiti nella Berlino della Seconda Guerra Mondiale con Helga Schneider e il suo "Il rogo di Berlino" edito Adelphi.
Nell'articolo di seguito, al consueto, tutte le mie impressioni al suo termine.
Buone letture❤
TITOLO: IL ROGO DI BERLINO
AUTORE: HELGA SCHNEIDER
DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 GENNAIO 1998
CASA EDITRICE: ADELPHI
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 229
PREZZO: 10.45/EBOOK 4.99
TRAMA
Il progressivo annientamento di Berlino durante la guerra, visto dagli occhi di una bambina che fu anche portata in visita nel bunker di Hitler.
RECENSIONE - COMMENTO
Qualche mese fa, insieme a Daisy, stavamo cercando una nuova lettura da proporre per il nostro progetto #sfogliandolinfanzia. A un certo punto della ricerca siamo incappate nelle poche righe di questa trama e, da subito, abbiamo compreso come questa storia rispecchiasse in pieno la nostra idea. Da qualche mese leggiamo e parliamo di storie dove i protagonisti sono bambini e, volendo dedicare il mese al '900, la piccola Helga e il fratellino Peter hanno colto la nostra richiesta.
Non è facile parlare di un libro come "Il rogo di Berlino" (felicissima di averlo recuperato), perché è ancora troppo ben impresso davanti ai miei occhi.
Di certo so che è una storia che non dimenticherò e che resterà in me davvero a lungo, specialmente sapendo che è tratto dalla stessa vita dell'autrice, Helga Schneider, trattandosi appunto di parte della sua autobiografia: l'infanzia vissuta a Berlino in piena Seconda Guerra Mondiale.
Un romanzo che non vuole dilungarsi in minuziose e dettagliate descrizioni, lasciandole apparire quasi come scarne, portate all'attenzione sì con poche parole e pochi aggettivi, ma sufficienti a lasciarti l'immagine ben scolpita nella mente, risultando di grande potenza evocativa.
Tantissimi sono i tema trattati in queste pagine, oltre ai crimini e gli orrori di guerra, si parla di famiglia, di abbandono, di fiducia e di quella alleanza nata quasi per forza tra le mura di vecchi scantinati.
Helga, non solo conosce fin da piccola la fame, la sete, la paura, ma anche la solitudine e il rifiuto di una matrigna che accetta solo la presenza del fratello minore, Peter, cercando in ogni modo di "disfarsi" di lei. Forse ho appena usato un termine molto forte, ma fin dalle prime pagine si percepisce come questa donna fatichi terribilmente ad accettarne la sua presenza. Peter era un bambino piccolo quando è entrato nella sua vita, più facile da istruire, nonostante sia un personaggio capriccioso e viziato. Helga più grandicella aveva idee proprie, bisognosa di affetto, quello negato dalla madre biologica e quello sottratto dal padre al fronte, tenta di cucire un rapporto con la donna, benché i suoi tentativi siano continuamente senza alcun risultato positivo.
Sono gli occhi di una bambina di sette anni a raccontarci e tramandarci un cielo senza colori, grigio polvere e detriti; non più fiori profumati, ma l'olezzo di decine di persone private dell'igiene quotidiana; non più abiti sgargianti, ma stracci da tenersi stretti e con cui scaldarsi.
"Il rogo di Berlino" è un romanzo potente ed espressivo, che pone tantissime riflessioni sul periodo più buio della storia mondiale.
Non ci saranno mai risposte sufficientemente valide ai tanti perché, ma ci sono testimonianze da proteggere e tramandare, affinché l'oblio non colpisca queste voci.
Consigliato? Tantissimo. Amato? Altrettanto.
Ho la certezza che nei prossimi mesi recupererò anche "Lasciami andare, madre", libro sul rapporto di Helga e la madre biologica, arruolata nelle SS, che mai ha abbandonato la sua fede, spezzando più di una volta il cuore e le speranze di una bambina prima e di una donna poi alla ricerca di un abbraccio perduto nella storia.
VALUTAZIONE: ★★★★★
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