Nuova uscita per Darcy Edizioni♥
Arriva oggi "Love Dribble" di Irene Pistolato, uno sport romance, che trovate per oggi in offerta su Amazon a 0,99, che è pronto a conquistare le sue lettrici con una trama davvero accattivante.
Nell'articolo qui di seguito anche una sorpresa per voi! In anteprima il prologo del romanzo.
Non perdiamo altro tempo e iniziamo subito.
Buone letture♥
TITOLO: LOVE DRIBBLE
AUTORE: IRENE PISTOLATO
DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 OTTOBRE 2018
CASA EDITRICE: DARCY EDIZIONI
GENERE: SPORT ROMANCE - EROTIC ROMANCE
PAGINE: 430
PREZZO: 16,00/EBOOK 2,99
PER OGGI IN OFFERTA A 0,99
DISPONIBILE SU AMAZON
TRAMA
James è un giocatore
professionista dell'NBA, il basket è tutta la sua vita e ha tutte le carte in
regola per vincere, finché il suo nome non viene infangato in uno scandalo
scommesse. Ferito dal caos mediatico che ne consegue, nonostante la sua innocenza,
decide di prendersi una pausa e in gran segreto giunge a Sirmione, in Italia.
Qui incontra Tania, commessa in un supermarket che sogna di incontrare presto
il vero amore. Tra i due scatta subito la scintilla della passione, ma presto
James si troverà a fare la scelta più ardua: il basket nella sua terra natale,
Detroit, o l'amore in un piccolo paesino
italiano. Possono cuore e mente, per una volta, volere la stessa cosa?
ESTRATTO - PROLOGO
Un caso montato ad arte
"Dannazione!"
Lancio il telefono contro il muro,
cade sul pavimento e lo schermo si crepa, ma questo è proprio l’ultimo dei miei
problemi. Posso permettermi di comprare tutti i cellulari che voglio, ma non
posso di certo riavere indietro la mia serenità, non ora per lo meno. Tirarmi
in ballo in questo modo ignobile è deplorevole e chi ha sbagliato pagherà. Non
ho intenzione di lasciar correre e non voglio che il mio nome venga associato a
questa storia di scommesse. Non avrei mai messo a repentaglio la mia carriera
per una cosa simile, buttare nel cesso anni di sacrifici, per cosa poi? Soldi e
fama non mi mancano, non ho vizi e non ho nemmeno mai fumato una canna al
college. Che cosa vogliono da me? Devono trovare un motivo più valido, se
davvero vogliono screditarmi. Non mi sono mai venduto le partite, io gioco per
vincere, per portare la mia squadra in finale e ottenere l’anello; questo è il
mio obiettivo! Faccio quello per cui sono pagato fior di dollari! Non ho
bisogno di entrate extra e, anche se avessi necessità di arrotondare, non lo
farei mai in questo modo. Se solo sapessi chi è stato a mettermi in mezzo, non
vedrebbe la luce del giorno, lo eliminerei dalla faccia della Terra. Certi
individui non hanno davvero il diritto di respirare.
Colpisco la parete con un pugno e
urlo tutta la mia frustrazione, incapace di trattenere la rabbia che sta
prendendo il sopravvento.
"J., che succede?"
La donna con la quale ho trascorso
le ultime ore sotto le lenzuola appare nella stanza con addosso solo una mia
maglia, che le arriva quasi alle ginocchia. È carina, minuta e con degli occhi
scuri molto espressivi. Se solo ricordassi il suo nome…
"Niente, tranquilla. Torna in
camera, piccola" rispondo con un mezzo sorriso.
Non ricordare come si chiama non è
carino da parte mia, ma non credo che ci sarà un’altra occasione per stare
insieme, dopo stasera. Magari vorrò sfogare ancora un po’ i miei ormoni e,
dopodiché, la inviterò gentilmente a lasciare la mia casa, non voglio che
nessuna dorma con me. Legarmi a qualcuno è proprio l’ultimo dei miei pensieri:
al momento ho altro per la testa. Se ne ritorna in camera senza aggiungere
altro e io mi lascio cadere di peso sul divano; chiudo gli occhi, mi massaggio
le tempie con movimenti circolari, sperando che questo mal di testa se ne vada
al più presto.
Nonostante il volo, il telefono
riprende a squillare come un ossesso. Jack Ryde, il mio manager, può aspettare,
non ho alcuna voglia di passare la notte a parlare con lui, perché so che è
proprio sua la telefonata e so anche che non mi lascerà andare in cinque
minuti. E poi per oggi mi ha già fatto incazzare e devo ancora smaltire la
rabbia. È un mese che mi tormenta per una campagna pubblicitaria alla quale non
ho alcuna intenzione di partecipare. Continua a dirmi che sarà un toccasana per
le mie tasche, ma a me non importa. Se è una cosa in cui non credo, non metterò
mai la mia faccia, dovessero sborsare anche milioni di dollari.
Ho scelto io questa carriera, questa
vita, sapevo a cosa stavo andando incontro, ma mai avrei immaginato che sarebbe
stato così difficile gestire la fama e le attenzioni dei giornalisti. Non reggo
più la pressione e non riesco a concentrarmi come dovrei. A giorni comincerà la
conference, dovrei essere carico e
pronto a dare il massimo in campo come a ogni partita, se non di più, invece mi
ritrovo irritato, incazzato e desideroso di mandare tutti a quel paese.
Se solo potessi andarmene senza
lasciare alcuna traccia e riprendere in mano la mia vita, quella che avevo
prima di diventare J. Price, il numero trentacinque dei Detroit Motors… Nessuno mi fermerebbe per un autografo o una foto
insieme, nessuno mi riconoscerebbe, sarei un anonimo venticinquenne, laureato e
squattrinato, magari con una famiglia a carico, come la maggior parte dei miei
coetanei. Dovrei essere grato di ciò che ho, ma sono riusciti a farmi odiare
tutto quello che ho ottenuto con il sudore della mia fronte. Afferro il
telecomando e accendo la tv sul
canale sportivo, trovando subito la mia foto in primo piano.
"Bastardi" sibilo a denti stretti.
I media non fanno altro che
aumentare le malelingue, alimentano dubbi sul mio conto senza nemmeno avere
prove evidenti in mano. Ai giornalisti basta lo scoop, non importa a nessuno se
può portare seri danni alla mia carriera di cestista, interessa solo al
sottoscritto e al mio manager, che altrimenti non beccherebbe più un centesimo
da parte mia. Ascolto per qualche minuto le stronzate che si sono inventati sul
mio conto, le mani prudono per la voglia di colpire qualcuno, le stringo a
pugno e digrigno i denti.
"I suoi legali affermano che il campione è del tutto
estraneo ai fatti in questione, ma molti non sono concordi. Voi a chi credete?
Riuscirà J. Price a uscire pulito da questa storia? Ne sentiremo parlare ancora
a lungo…"
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