Buongiorno lettori♥
Oggi chiudo la settimana parlandovi di uno dei dodici candidati al Premio Strega 2020. Avevo questo libro da qualche settimana e, complice un gruppo di lettura, nell'ambito del progetto #nelnomedellastrega , ne ho approfittato, così da potermi confrontare anche con altre persone.
"Giovanissimi" è il secondo romanzo di Alessio Forgione edito NN Editore; un nuovo spaccato di Napoli che è stato davvero difficile da lasciare andare. Come sempre, nell'articolo che segue, trovate tutte le mie impressioni.
Buone letture♥
Buone letture♥
TITOLO: GIOVANISSIMI
AUTORE: ALESSIO FORGIONE
DATA DI PUBBLICAZIONE: 23 GENNAIO 2020
CASA EDITRICE: NN EDITORE
COLLANA: LA STAGIONE
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 219
PREZZO: 16.00/EBOOK 7.99
TRAMA
Marocco ha quattordici anni e vive con il padre a Soccavo, un quartiere di Napoli. La madre li ha abbandonati qualche anno prima, senza dare più notizie di sé, e lui vive quell'assenza come una ferita aperta, un dolore sordo che non dà pace. Frequenta il liceo con pessimi risultati e le sue giornate ruotano attorno agli allenamenti e alle trasferte: insieme a Gioiello, Fusco e Petrone è infatti una giovane promessa del calcio, ma nemmeno le vittorie sul campo riescono a placare la rabbia e il senso di vuoto che prova dentro. Finché non accadono due cose: l'arrivo di Serena, che gli porta un amore acerbo e magnifico, e la proposta di Lunno, il suo amico più caro, che mette in discussione tutte le sue certezze.
RECENSIONE - COMMENTO
Non conoscevo la scrittura di Forgione, ma quando ho letto tutte le trame dei dodici libri candidati al Premio Strega 2020, ho subito inserito questo titolo tra le letture da affrontare. Pura storia di vita vera e vissuta è ciò che ho pensato all'istante e, pagina dopo pagina, è stato ciò che ho trovato. Un libro che ha rispettato le mie aspettative e per il quale ne avrei letto volentieri altre cento pagine senza che mi pesassero. Tutto questo perché Forgione, nonostante abbia dato vita a una storia caratterizzata da scene che per lo più si ripetono, conquista il lettore con i dialoghi, le descrizioni, i sentimenti e il mondo che ruota attorno a un ragazzino di periferia di quattordici anni.
Protagonista è Marocco, al primo anno di liceo, vive in un appartamento a Soccavo, periferia di Napoli, insieme al padre, dopo che la madre ha abbandonato entrambi cinque anni prima, senza spiegazioni ne pentimenti. Marocco passa le giornate tra i banchi di scuola, dove viene per lo più preso di mira dall'insegnante di latino, i pomeriggi stesi sul letto con un fumetto di Dylan Dog, gli allenamenti di calcio e le partite della domenica. Si può vedere la storia come tanti capitoli dove il tutto si ripete in maniera ciclica, ma nonostante questo la fluidità della narrazione rende la lettura continua e mai stancante.
La mancanza della madre, ha fatto del padre l'unica figura su cui fare riferimento e, a dispetto dell'età, quell'adolescenza che ti fa sentire quasi onnipotente, lui riesce a tenere testa al figlio, ricordandogli quali siano le priorità della vita, da chi stare alla larga e i sacrifici che vale la pena affrontare.
Una vita modesta è quella che dona a quell'unico e amato figlio, dove il "pugno di ferro" e l'autoritarismo sono quasi essenziali in certi momenti della crescita di Marocco. Il suo non è un padre tutto carezze e coccole, ma è colui che sa quando si deve alzare la voce e quando raccontare storie relative i suoi amici, per far comprendere a quel figlio che non è più un bambino, che le cattive compagnie possono rovinarti per sempre.
A tratti mi è sembrato di vivere le atmosfere create da Valentina D'Urbano nei suoi libri, la periferia grigia, fatta di palazzoni tutti uguali, famiglie sgangherate e tanta voglia di riscatto.
Marocco cresce in queste pagine, scopre nuovi sentimenti, come l'amore; conosce il senso di "potenza" che il proibito ti regala; coltiva la passione per il calcio e il sogno che ne consegue. E all'improvviso scopre come funziona la vita, come gestirla in una subdola equazione dove ti toglie quanto di bello ti ha dato e, in un'estate fatta di afa, bibite ghiacciate, sigarette fumate sul balcone, Marocco comprende quanto sia effimera la felicità di un attimo.
Un romanzo scritto con molti termini dialettali e gergali, quelli semplici come i suoi personaggi, reali senza costruzioni, mettendo la periferia al centro del libro e coinvolgendo il lettore, investendolo quasi con la potenza delle sue parole, senza rabbonirlo di mezzi termini, ma facendogli vivere il tutto come da protagonista più che da semplice spettatore.
Un consiglio di lettura per tutti coloro che sono alla ricerca di una storia di vita, di rivalsa e anche un po' di famiglia.
VALUTAZIONE: ★★★★
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