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La quattordicesima lettera - recensione

Buongiorno lettori❤
Oggi vi parlo di un libro che avevo atteso molto nei mesi estivi e che mi aveva incuriosito fin dalla sua prima apparizione, ovvero "La quattordicesima lettera" di Claire Evans, edito da Neri Pozza, che ringrazio ancora per l'invio della copia del libro. Considerato da molti una sorta di "erede" di "Le sette morti di Evelyn Hardcastle", per potenza e intrigo, sarà riuscito a stupirmi come speravo? 
Vi invito a proseguire l'articolo di seguito per scoprirlo, grazie alle mie impressioni al suo termine.
Buone letture❤


TITOLO: LA QUATTORDICESIMA LETTERA
AUTORE: CLAIRE EVANS
DATA DI PUBBLICAZONE: 18 GIUGNO 2020
CASA EDITRICE: NERI POZZA
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 448
PREZZO: 17.10/EBOOK 9.99


TRAMA

È una mite sera di giugno del 1881, la sera della festa di fidanzamento di Phoebe Stanbury. Mano nella mano di Benjamin Raycraft, il fidanzato appartenente a una delle famiglie più in vista della Londra vittoriana, Phoebe accoglie gli invitati con un sorriso raggiante di gioia. È il suo momento, l'istante che suggella la sua appartenenza alla buona società londinese. Un istante destinato a durare poco. Dalla folla accalcata attorno alla coppia si stacca una sinistra figura, un uomo nudo, sporco di fango e col torace coperto da una griglia di tatuaggi, come un fiore gigante. L'uomo solleva il braccio verso Benjamin, facendo balenare la lama stretta nella mano: «Ho promesso che ti avrei salvato» dice, prima di avventarsi sull'ignara Phoebe e tagliarle la gola con un rapido gesto. La mattina seguente, a pochi chilometri di distanza, William Lamb, ventitré anni e l'ambizione di diventare socio dell'avvocato Bridge una volta completato il praticantato, fa visita a un cliente molto particolare, Ambrose Habborlain, sino a quel momento seguito esclusivamente da Bridge. Si ritrova al cospetto di un uomo dai capelli canuti e dallo sguardo smarrito che, in preda alla paura, gli consegna un misterioso messaggio: «Dite a Bridge che il Cercatore sa». Tornato allo studio, William spera di avere da Bridge delucidazioni sull'oscuro comportamento di Habborlain. Ma, contro ogni aspettativa, l'anziano avvocato viene colto anche lui dal terrore. Con affanno apre l'ultimo cassetto della scrivania, estrae un piccolo cofanetto in legno sul cui coperchio sono intagliati sette cerchi all'interno di un ottavo, a formare un grande fiore, e lo affida a William con la raccomandazione di tenerlo al sicuro e non farne parola con nessuno. Tra rocambolesche fughe, una misteriosa setta disposta a tutto pur di realizzare i propri scopi e un terribile segreto che affonda le sue radici in un lontano passato, William vivrà giorni turbolenti in una Londra vittoriana che, come un gigantesco labirinto di misteri, custodisce antiche leggende e oscure macchinazioni, saperi secolari e nuovi pericolosi intrighi.

RECENSIONE - COMMENTO

Ammetto fin da subito che le mie aspettative verso questo romanzo erano molto alte. Ho scelto di leggerlo senza conoscere altri pareri, sia per non farmi influenzare sia per riuscire ad avere una visione d'insieme il più completa possibile.
Gli elementi che mi hanno attratta da subito sono due: ambientazione e copertina.
Quest'ultima perché anche il detto sa che "l'occhio vuole la sua parte" e il richiamo che trasmette verso la trama è molto forte. Inoltre il contrasto di colori è ben percepibile, oro e nero, lo sfarzo e l'oscurità.
Subito dopo è arrivata l'ambientazione, la Londra Vittoriana, quella divisa tra quartieri lussureggianti e altri dove degrado e povertà ne fanno da padroni.
Proprio tra questi due scorci di città si svolge l'intera storia, con un continuo via vai da uno all'altro.
Claire Evans, con il suo romanzo esordio, ha dato vita a una trama estremamente fitta, di personaggi e avvenimenti. A un certo punto si perde anche il conto delle persone che si sono incontrate, nonostante ognuno di loro abbia un ruolo ben preciso e inquadrato. 
"La quattordicesima lettera" è un romanzo che attinge da fatti reali e personaggi esistiti, anche se ri-caratterizzati, che mette insieme l'avventura, il noir e il thriller psicologico. Questa tematica credevo fosse molto più presente all'interno della storia, che ne facesse da padrona, attivando costantemente la mente del lettore alla ricerca del primo, più inquietante, personaggio che vediamo all'opera.
Purtroppo, però, ho riscontrato poca suspense; infatti dal momento che viene ipotizzata l'identità dell'assassino di Phoebe Stanbury, ho subito compreso che questa fosse certa. Vero anche che da lì ha inizio una serrata indagine che porta a interagire la moltitudine di personaggi, mettendo al centro William Lamb, un giovane avvocato che non mancherà di grinta e determinazione.
Se credevo che "La quattordicesima lettera" potesse essere la sorpresa dell'anno, un po' ne sono rimasta delusa, trovando un buon libro, ma nulla di troppo eclatante. Anche lo stile narrativo non è risultato fluido, alternando momenti di grande interesse ad altri abbastanza piatti, dove la lettura faticava a scorrere liberamente.
Credo che per gli amanti dei romanzi storici-noir sia un libro interessante da fronteggiare; se invece siete alla ricerca di un bel thriller che abbia il potere di tenervi incollati alle pagine, allora questo non è il titolo più adatto.
Ovviamente il tutto è un parere personale da semplice lettrice, non è detto che ad altre persone abbia entusiasmato per la sua costruzione.
Resta promossa la complessità della trama architettata e la scelta dei luoghi in cui ambientare le varie vicende, una sorta di moderna critica a una società ancora troppo attaccata al passato e poco avvezza all'innovazione.

VALUTAZIONE: ★★★

Commenti

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