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Non è questo che sognavo da bambina - recensione

Buongiorno lettori❤
Dopo più di un mese torno a raccontarvi un po' delle mie letture, iniziando da una recente pubblicazione in casa Garzanti, che ringrazio per la copia e la possibilità della lettura in anteprima durante l'estate.
Esordio per il duo Sara Canfailla e Jolanda di Virgilio con "Non è questo che sognavo da bambina".
Nell'articolo di seguito, al consueto, tutte le mie impressioni al suo termine.
Buone letture❤


TITOLO: NON E' QUESTO CHE SOGNAVO DA BAMBINA
AUTRICI: SARA CANFAILLA - JOLANDA DI VIRGILIO
DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 AGOSTO 2021
CASA EDITRICE: GARZANTI
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 288
PREZZO: 16.05/EBOOK 9.99


TRAMA

Neolaureata. Coinquilina. Fuorisede. Precaria. Se dovesse descriversi, Ida lo farebbe così. E da oggi aggiungerebbe alla lista: stagista. Stagista in una grande-e-importante-agenzia-di-comunicazione. Non è quello che sognava da bambina, ma tant’è: dopotutto, non è la prima volta che le cose non vanno nella direzione sperata. Avrebbe voluto vivere ovunque tranne che a Milano, e vive a Milano. Voleva una relazione stabile, ed è stata lasciata. Ha studiato per diventare sceneggiatrice, e invece fa la social media manager. Ogni mattina si trascina verso l’ufficio e, tra meeting, brainstorming e tante altre parole che finiscono in -ing, lì resta fino a sera, impegnata in un lavoro che non riesce a capire che lavoro sia, circondata da colleghi che sono simpatici e brillanti, sì, ma solo tra di loro. Fino al giorno in cui, stanca di una vita che troppo spesso si riduce a essere un pendolo che oscilla tra un file Excel e la prossima sbronza, Ida capisce che, per sopravvivere, deve adattarsi, assomigliare più a loro - i suoi colleghi, il suo capo - e meno a sé stessa. E mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrere i suoi sogni diventa un capriccio che non può più concedersi. È ora di crescere: ridimensionare le aspettative e accettare i compromessi. Così, quando le arriva la notizia di un concorso a cui candidare il suo cortometraggio, Ida non sa che fare. Quasi non ricorda più cosa sognasse da bambina, chi volesse diventare.

RECENSIONE - COMMENTO

Sara Canfailla e Jolanda di Virgilio hanno dato vita a un personaggio che è la pura e semplice rappresentazione della nuova generazione, noi ragazzi tra i venti e i trent'anni, che non abbiamo almeno dieci anni di esperienza, ma altrettanti di studi, che ci trasformano nei "temibili" stagisti.
Ragazzi e ragazze che si riconoscono a chilometri di distanza: andatura più veloce del consueto, controllo di mail e notifiche per non perdersi il meeting dell'ultimo secondo a cui sono invitati per "apprendere", uscita dall'ufficio oltre le consuete otto ore perché "vuoi farti notare, dopo sei mesi potrebbero tenerti" e potrei continuare così a lungo.
Ida, venticinque anni, la passione per la scrittura e il cinema, coinquilini rumorosi, una preziosa amica emigrata nella grigia Londra e un nuovo, prezioso, contratto da stagista in un'agenzia di comunicazione.
In un'epoca in cui già a dieci anni si circola con l'Iphone tra le mani, lavorare tra i social è il desiderio di molti, poter mettere in atto creatività ed emergere tra i mille. Mille tra cui non figura Ida, lei che tra le mura dell'open space dell'ufficio si sente un pesce fuor d'acqua, perché la vita da stagista non è tutta rose e fiori, è soprattutto farsi accettare e riuscire ad essere trattata "alla pari".
Ecco io in Ida mi ci sono rivista come allo specchio; sei mesi di stage in piena pandemia, tra lockdown, zone rosse e chiusure forzate, il desiderio di un contratto vero al termine, di divenire risorsa da inserire nell'organico, ottenere una prima, ma indispensabile, stabilità personale così da poter iniziare a fare progetti.
"Non è questo che sognavo da bambina" è la lettura per chi si trova alle prese con il primo lavoro o con la sua ricerca; chi sta uscendo dalle università con mille idee in testa e presto dovrà ridimensionarle; chi si troverà a svolgere un lavoro, per il quale riceverà meno grazie di tutto ciò che gli viene affidato, ma che inizierà ad apprezzare.
Ida, tra una risata, una tragedia, decine di insicurezze da sorpassare, tante mail a Gio, amica invisibile ma di enorme importanza, qualche aperitivo di troppo e la volontà di far parte del gruppo, racconta, con una narrazione diretta e fluida, quanto sia importante mantenere vivi i propri desideri.
Avere un obiettivo da focalizzare quotidianamente, un sogno da inseguire quando le luci dell'ufficio si spengono e la porta di casa si apre ad accoglierti, permette di restare lucidi, ma soprattutto di continuare a credere nelle proprie capacità e potenzialità.

VALUTAZIONE: ★★★☆

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