Buongiorno lettori♡
In questi giorni vi penso anche dalla mia nuova scrivania al lavoro, quindi per iniziare il weekend vi lascio una nuova recensione.
Oggi parliamo di un libro arrivato in casa #abookforadream un po' per caso e un po' per la sua bella copertina, che mi ha fatto innamorare dello stile narrativo dell'autore.
Vediamo insieme, nell'articolo che segue, le sensazioni che mi ha lasciato al termine e, se lo avete letto anche voi, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate.
Buone letture♡
TITOLO: LE COSE CHE NON HO
AUTORE: GREGOIRE DELACOURT
DATA DI PUBBLICAZIONE: 04 APRILE 2013
CASA EDITRICE: SALANI EDITORE
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 142
PREZZO: 10,96/EBOOK 7,99
TRAMA
Dice un vecchio adagio che le lacrime più amare sono quelle versate per le preghiere esaudite. Sì, a volte succede che la gioia per una svolta inattesa del destino svanisca in fretta di fronte alla possibilità concreta di realizzare un sogno, lasciandoci smarriti e confusi. È quello che accade a Jo, la protagonista di questo romanzo: "un cuore semplice", una donna intelligente e positiva con un’esistenza quieta, nutrita di sogni, che per un colpo di fortuna all’improvviso è in grado di realizzarli tutti. Forse la felicità non è così matematica. Forse non si tratta solo di sommare un sogno dopo l’altro, ma di ritrovare se stessi in ciò che si fa. Forse a Jo semplicemente non serve avere tutto ciò che ha sempre desiderato; perché il suo matrimonio, il lavoro, i figli ormai grandi e l’amore non sono beni acquisiti ma cose vive che sfuggono al suo controllo, e con cui si può solo entrare in sintonia senza farsene travolgere, come quando si nuota tra le onde di un mare agitato. "Le cose che non ho" è tutto questo: scritto con una prosa dalla grazia perfetta, è un romanzo sull’intensità del desiderio e sulla tenacia del quotidiano, sulla capacità di rinunciare al sogno per una realtà che scegliamo noi stessi quasi senza saperlo, ma piena di tutto quello che ci rende davvero felici.
La scorsa estate ho trovato questo libro in regalo nella biblioteca dove lavoravo e la sua copertina mi ha colpita fin da subito, leggendone poi la trama ho deciso di dargli un piccolo spazio nella mia libreria personale.
Ho affrontato la sue lettura diversi mesi dopo e, non amando in pieno gli scrittori francesi, ho trovato un vero e proprio gioiellino. Confrontandomi poi con altre lettrici, ho appreso che la scrittura di Delacourt ha incantato più di una persona, me compresa.
Conoscevo questo autore solo di nome, poiché ancora non avevo letto suoi libri e ora spero di riuscire a recuperare al più presto anche gli altri suoi scritti.
La prima cosa che mi ha affascinato di questo romanzo è lo stile narrativo: Delacourt da voce ai sentimenti, loro sono in primo piano rispetto alle azioni e ai dialoghi. I pensieri, le sensazioni e le emozioni provate da Jo sono i veri protagonisti del libro, espressi con una scrittura poetica.
Terminato, ho atteso un momento di assimilare ciò che avevo appena letto, per rendermi poi conto di quanto, con semplicità e senza fronzoli, "Le cose che non ho" sia un libro che ti arriva al cuore, dritto per dritto.
Credo che il sentimento che spinge per emergere e sovrastare tutti gli altri sia la felicità: quella che noi ricerchiamo quotidianamente e costantemente nella nostra vita, nelle azioni che compiano, anche le più semplici, tra le persone di cui ci circondiamo, nel lavoro che facciamo e nel nostro riflesso ogni volta che ci soffermiamo su di noi.
Una caratteristica molto particolare della narrazione è l'assenza di punteggiatura che giustifica i dialoghi, mancano le cosiddette virgolette, tutto è insieme alla storia, senza barriere e distinzioni. Tutto questo non mi ha rallentato, anzi trovo che sia un espediente narrativo che rende ancora più fluida la narrazione stessa, permettendoti di vivere e assimilare con maggior velocità ciò che la protagonista prova.
Una felicità inaspettata la sua che, all'improvviso, la mette davanti alla realizzazione di tutti i suoi sogni, per lei e la sua famiglia, ma che, senza accorgersene, la porta in un baratro che non lascia scampo.
Starà a Jo cercare di uscirne, comprendere in pieno il vero significato della parola "felicità" e valutare dove questa l'ha portata.
"Le cose che non ho" è il romanzo che deve esserci sul comodino di ogni buon lettore, perché è un insieme di sentimenti ed emozioni fortissimo; è poesia e narrazione unite; è felicità e paure da sconfiggere; è odio e amore; vita e morte.
Ma soprattutto è sogni e desideri da realizzare; è possibilità di farcela.
VALUTAZIONE: ★★★★☆
RECENSIONE - COMMENTO
La scorsa estate ho trovato questo libro in regalo nella biblioteca dove lavoravo e la sua copertina mi ha colpita fin da subito, leggendone poi la trama ho deciso di dargli un piccolo spazio nella mia libreria personale.
Ho affrontato la sue lettura diversi mesi dopo e, non amando in pieno gli scrittori francesi, ho trovato un vero e proprio gioiellino. Confrontandomi poi con altre lettrici, ho appreso che la scrittura di Delacourt ha incantato più di una persona, me compresa.
Conoscevo questo autore solo di nome, poiché ancora non avevo letto suoi libri e ora spero di riuscire a recuperare al più presto anche gli altri suoi scritti.
La prima cosa che mi ha affascinato di questo romanzo è lo stile narrativo: Delacourt da voce ai sentimenti, loro sono in primo piano rispetto alle azioni e ai dialoghi. I pensieri, le sensazioni e le emozioni provate da Jo sono i veri protagonisti del libro, espressi con una scrittura poetica.
Terminato, ho atteso un momento di assimilare ciò che avevo appena letto, per rendermi poi conto di quanto, con semplicità e senza fronzoli, "Le cose che non ho" sia un libro che ti arriva al cuore, dritto per dritto.
Credo che il sentimento che spinge per emergere e sovrastare tutti gli altri sia la felicità: quella che noi ricerchiamo quotidianamente e costantemente nella nostra vita, nelle azioni che compiano, anche le più semplici, tra le persone di cui ci circondiamo, nel lavoro che facciamo e nel nostro riflesso ogni volta che ci soffermiamo su di noi.
Una caratteristica molto particolare della narrazione è l'assenza di punteggiatura che giustifica i dialoghi, mancano le cosiddette virgolette, tutto è insieme alla storia, senza barriere e distinzioni. Tutto questo non mi ha rallentato, anzi trovo che sia un espediente narrativo che rende ancora più fluida la narrazione stessa, permettendoti di vivere e assimilare con maggior velocità ciò che la protagonista prova.
Una felicità inaspettata la sua che, all'improvviso, la mette davanti alla realizzazione di tutti i suoi sogni, per lei e la sua famiglia, ma che, senza accorgersene, la porta in un baratro che non lascia scampo.
Starà a Jo cercare di uscirne, comprendere in pieno il vero significato della parola "felicità" e valutare dove questa l'ha portata.
"Le cose che non ho" è il romanzo che deve esserci sul comodino di ogni buon lettore, perché è un insieme di sentimenti ed emozioni fortissimo; è poesia e narrazione unite; è felicità e paure da sconfiggere; è odio e amore; vita e morte.
Ma soprattutto è sogni e desideri da realizzare; è possibilità di farcela.
VALUTAZIONE: ★★★★☆
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