Buongiorno lettori❤
Un paio di settimane fa, ho concluso il nuovo romanzo di Giorgia Tribuiani, "Padri", edito Fazi Editore che ringrazio per la consueta disponibilità e gentilezza.
Proposto come candidato al Premio Strega 2022, "Padri" è un concentrato di pura vita.
Nell'articolo di seguito, al consueto, le mie impressioni al sue termine.
Buone letture❤
TITOLO: PADRI
AUTRICE: GIORGIA TRIBUIANI
DATA DI PUBBLICAZIONE: 24 FEBBRAIO 2022
CASA EDITRICE: FAZI EDITORE
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 220
PREZZO: 15.20/EBOOK 8.99
TRAMA
È un pomeriggio di primavera quando, con lo stesso corpo e la stessa età del giorno della propria morte, Diego Valli risorge. Si risveglia sul pianerottolo di quello che era stato il suo appartamento, tira fuori le chiavi, prova a infilarle nella serratura ma si trova faccia a faccia con il figlio Oscar, lasciato bambino e invecchiato ormai di oltre quarant’anni. Da qui, ha inizio una vicenda di riconciliazioni e distacchi, una storia intensa e sincera sul rapporto tra padri e figli e sulla necessità del perdono.
Una volta riconosciuto il padre, Oscar affronta il comprensibile straniamento aggrappandosi alle incombenze della quotidianità, mentre Clara, sua moglie, non crede al miracolo e si oppone all’idea di ospitare in casa uno sconosciuto. A complicare le cose, si aggiunge l’arrivo di Gaia, la figlia della coppia, che torna nella città natale per trascorrere le vacanze. Di nascosto dalla madre, che è spesso via per lavoro, Gaia finalmente ha l’occasione di conoscere suo nonno: un uomo profondo, amante della musica, più simile a lei di quanto sia mai stato suo padre. Oscar, al contrario, scoprirà aspetti di Diego che non pensava gli appartenessero.
RECENSIONE - COMMENTO
Leggere Giorgia Tribuiani è come sondare la quotidianità nelle sue difficoltà.
Con "Blu" era la solitudine adolescenziale, i problemi e i numerosi silenzi che non permettevano di lasciar emergere la propria personalità, quanto piuttosto di lasciarsi sopraffare dalle manie e dalle ossessioni che frenano le richieste di aiuto.
"Padri" ha un altro registro, toni e dialoghi differenti, ma la medesima "ossessione", il non ascolto. Se in "Blu" vorticava tutto attorno all'adolescenza che rendeva complicate le parole, in "Padri" è il passato il fulcro del racconto, un passato che mai ti aspetteresti di ritrovare di fronte a te.
Tre personaggi principali che interagiscono tra di loro, insieme alle loro riflessioni e domande. Diego, Oscar e Gaia: tre generazioni a confronto, in un confronto che oscilla costantemente tra realtà e immaginazione, tra il vissuto che ha modellato i caratteri e il desiderio del cuore di rivivere alcuni momenti per assorbirli al meglio, per imparare da essi e per imprimerseli nella mente.
E' il ritorno alla vita di Diego Valli a scombussolare la tranquillità famigliare del figlio Oscar e della moglie Clara, donna razionale e dalle ferme convinzioni.
Un ritorno fisico, spirituale, mentale, un ritorno che ogni lettore, in base alla fase della sua vita nel momento in cui approccia queste pagine, leggerà e interpreterà secondo ciò di cui più ha bisogno.
Così farà Oscar, quell'uomo che ha in se il bambino che necessita della figura paterna, quel punto di riferimento che gli ponga le giuste domande affinché possa apprendere la via da perseguire nel rapporto con la propria figlia.
Due padri che mettono sulla bilancia le loro esperienze, i loro successi e i loro fallimenti, entrambi accomunati dall'incapacità di ascoltare i figli, di capire quali siano le loro reali richieste, ma soprattutto di agire quando queste sono mute eppure assordanti.
Giorgia Tribuiani ha scritto un romanzo che, nella sua brevità, risulta essere un concentrato di vita che si dipana nella mente e nel desiderio umano di stringere a se i propri cari quando questi non sono più fisicamente con noi.
Quella semplice vita vissuta, quotidiana, dei piccoli gesti e delle ripetizioni, tra i desideri di perdono, di migliorarsi, di imparare a guardare l'altro per conoscerlo dai gesti e dagli sguardi, è l'anima della storia di due uomini che, altro non vogliono, che elevare la loro qualifica di "padri" a non semplici uditori, quanto piuttosto a fidi consiglieri, sostenitori e spalle su cui appoggiarsi quando si rischia di incrinarsi.
Un romanzo che si legge centellinandolo o non riuscendo a staccarsene, una storia che ti si attorciglia attorno e ti culla, sempre sospesa tra sogno e presente, lasciando a te, caro lettore, il giusto risvolto da attribuirle.
VALUTAZIONE: ★★★★☆
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